I corrugamenti sulla superficie lunare: origine e caratteristiche

I corrugamenti sulla superficie lunare, specialmente all’interno dei mari e lungo i margini di alcuni bacini, rappresentano affascinanti formazioni geologiche con probabile origine negli scontri tra placche basaltiche solidificate. Due esempi rilevanti di corrugamenti si trovano nel Mare Imbrium e nel Mare Serenitatis.

La Dorsa Smirnov nel Mare Serenitatis costituisce un significativo esempio di corrugamento, potenzialmente i resti dell’anello montuoso più interno formato dall’impatto che ha generato il bacino Serenitatis. Questo corrugamento è successivamente stato coperto da flussi di lava, come evidenziato da solchi sinuosi formati dal rinvaso creato dal flusso di magma. Immagini dettagliate dalla sonda Clementine hanno confermato la presenza di un tipico canale di scorrimento della lava nella Vallis Schroeteri, a nord di Aristarchus, presunto eruttato dal vicino cratere “Cobra-Head”.

FIG.1 – La dorsa Smirnov con il cratere Very – Immagine: Lunar Reconnaissance Orbiter Camera (LROC)

Altro esempio di canale lavico è rappresentato dalla Rima Birt, a nord dell’omonimo cratere, la cui bocca di emissione si identifica con il piccolo Caterino, chiamato Birt E. Nella Valle Alpina (Alpes Vallis) è possibile osservare un sottile solco sinuoso di origine vulcanica, difficile da distinguere con telescopi amatoriali, ma identificabile in condizioni di illuminazione ottimali.

Solchi sinuosi come Rimae Prinz e Aristarchus, noti come tubi di lava, sono prodotti del deflusso delle lave dal Mare Imbrium. Queste strutture sono il risultato delle lave fluide che si solidificano nella parte superiore, formando un tubo cavo con il tetto superiore che si apre, creando un canale.

La Rima Hyginus, adiacente alla Rima Ariadaeus nel Mare Vaporum, è considerata di origine vulcanica, con una serie allineata di piccoli craterini che costituiscono il solco settentrionale di Hyginus, visibili con telescopi di medio e grande diametro. Queste strutture sembrano essere crateri endogeni eruttivi, sebbene non sia esclusa la possibilità che siano crateri da collasso.

FIG.2 – Rima Hyginus, immagine Lunar Reconnaissance Orbiter Camera (LROC)

Infine, caratteristici aloni scuri all’interno del plateau di Alphonsus, visibili con strumenti di piccole dimensioni, rappresentano materiali piroclastici vulcanici associati alla presenza di una sottile rima presso il bordo est del cratere. Questi piccoli crateri piroclastici ad aloni scuri di Alphonsus richiedono strumenti di 20-25 cm di diametro per essere osservati al meglio e diventano più evidenti sotto condizioni di illuminazione ottimali anziché in luce radente.

I crateri con alone scuro possono formarsi sia a seguito di impatti che di processi vulcanici. Gli impatti su materiali con un’albedo moderata o alta possono occasionalmente scavare materiale sepolto a bassa albedo e depositarlo sull’orlo del cratere, creando così un cratere con alone scuro di origine impattante. Le eruzioni vulcaniche, spesso lungo fratture lineari, possono anche generare crateri con aloni scuri (Fig. 3).  I crateri con alone scuro sul fondo del cratere Alphonsus sono stati a lungo considerati di origine vulcanica a causa della loro posizione lungo  le rime lunari della loro forma e della morfologia e dimensioni del deposito . Considereremo i crateri ad alone scuro dell’Alphonsus come esempi specifici di siti di eruzioni vulcaniche.

Il cratere Alphonsus (13°S, 356°) (Fig. 3) ha un diametro di circa 118 km ed è di età pre-Imbriana. Si trova nelle alture centrali  vicino al Mare Nubium. Il fondo di Alphonsus è  fu fratturato e leggermente sollevato dopo la formazione del bacino di Imbrium . La topografia attuale del fondo del cratere è approssimativamente alla stessa altezza della superficie del Mare Nubium a ovest.

Sul fondo dell’Alphonsus ci sono undici crateri ad alone scuro, la maggior parte dei quali si trova in un anello largo circa 15 km attorno al bordo del fondo del cratere (Fig. 3). Tutti i crateri, tranne uno, sono centrati sulle rime  e si presentano in due gruppi principali. Un gruppo principale di tre si trova lungo il bordo occidentale del pavimento, lungo una serie di lineamenti, mentre un gruppo di cinque si trova lungo il margine nord-orientale ed è associato sempre alle rime lunari.

 

FIG.3 – I Dark Halo Crater ben visibili all’interno del cratere Alphonsu in questa immagine del Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO
Piergiovanni Salimbeni è un giornalista iscritto all'ordine professionale dei giornalisti della Lombardia. Appassionato di Geologia lunare e osservazione lunare sin dagli anni Novanta è stato Coordinatore del Geological Lunar Researches Group e Responsabile della Allerta TLP ( Transient Lunar Phenomena) per la BAA. Attualmente è direttore de "La Rivista della Luna" e tester di ottiche astronomiche e naturalistiche sugli altri siti di sua proprietà www.binomania.it e www.termicienotturni.it.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *