I crateri fantasma e i domi lunari

I crateri fantasma e i Domi lunari aggiungono fascino all’osservazione lunare, evidenziando fenomeni geologici unici.

Crateri fantasma

L’effusione delle lave ha causato in alcuni casi l’occultazione dei crateri preesistenti, dando origine ai cosiddetti “crateri fantasma”. Questi crateri sono visibili in luce radente in molte regioni lunari. Nel Mare Humorum, ad esempio, sono chiaramente riconoscibili Lee, Doppelmayer e Poiseaux. Al sud del Cratere Bullialdus, nel Mare Nubium, si possono osservare Kies e Lubinietezki, con la platea quasi completamente occupata dalle lame. Un altro esempio è l’anello fantasma Flamsteed P nell’Oceanus Procellarum, che appare come una serie di montagne parzialmente erose, emergenti da basalti di diversi periodi, Imbriano ed Erastoteniano.

FIG.1 – Il cratere Kies – immagine Lunar Reconnaissance Orbiter

Domi lunari

Nonostante il vulcanismo lunare sia principalmente generato dalle fratture della crosta lunare, alcuni rilievi cupoliformi noti come “Domi” potrebbero rappresentare piccoli apparati vulcanici o laccoliti, rigonfiamenti causati dal magma sottostante in grado di sollevare le rocce superficiali senza generarne fessure. Questi rilievi cupoliformi, visibili in condizioni di luce radente, sono uno degli aspetti più intriganti dell’osservazione lunare

Sono distinti principalmente in due categorie in base alla loro morfologia e al processo di formazione. I domi estrusivi, la tipologia più comune, si caratterizzano per una superficie liscia con una depressione centrale, talvolta accompagnata da bocche o fessure, risultanti dall’effusione di lava di varie viscosità e velocità (Wilhelms, 1987; Whitford-Stark e Head, 1977; Head e Gifford, 1980; Weitz e Head, 1999; Heather et al., 2003; Wilson e Head, 2003; Wilson e Head, 2008; Wöhler et al., 2006; Wöhler et al., 2007). Nei bacini di mare, i domi estrusivi possono essere associati a creste e archi, mentre quelli sugli altopiani riflettono la topografia circostante. Al contrario, i domi intrusivi mostrano pendenze laterali molto basse e contorni regolari, ma non circolari, spesso associati a faglie tettoniche o rime lineari, suggerendo uno stress tensionale (Wöhler e Lena, 2009). Si presume che i domi estrusivi derivino dall’attività vulcanica, mentre i domi intrusivi possano essere il risultato dell’intrusione di corpi magmatici.

FIG.2 – Immagine  LROC WAC dell’Oceanus Procellarum nord-orientale che mostrai domi lunari  di Mairan. La larghezza dell’immagine è di ~120 km [NASA/GSFC/Arizona State University]
Nel Mare Tranquillitatis, diversi domi  lunari sono osservabili a nord e ovest del Cratere Arago, a ovest del Cratere Cauchy e a nord del Cratere Sinas. Altri nomi sono rilevabili nelle vicinanze del Cratere Copernicus, precisamente presso Hortensius e Milichius.  A causa delle loro dimensioni relativamente ridotte (mediamente 10/20 km di diametro e 200-300 metri di altezza), non è possibile osservarne dettagli molto minuti. Tuttavia, utilizzando telescopi adeguati, è possibile percepire anche piccoli dettagli come il craterino sulla sommità del Domo di Beta Arago, come evidenziato anche dalle immagini fornite dal Lunar Orbiter IV. La classificazione dei Domi segue il sistema di J. Westfall, illustrato nell’appendice (vedi tabella pagina 30).

FIG.3 – Domi lunari di Mairan a nord-est dell’Oceanus Procellarum. Immagine LROC ~3,1 km di diametro [NASA/GSFC/Arizona State University].

BOX- Le laccoliti terrestri

Le laccoliti sono strutture geologiche particolari, caratterizzate da masse di magma intruse tra le rocce circostanti a profondità significative. Questi corpi magmatici, formatisi in profondità nella crosta terrestre, sollevano le rocce sovrastanti senza però raggiungere la superficie. La formazione di laccoliti è spesso associata a eventi vulcanici e a processi geologici che coinvolgono il riscaldamento e la fusione di rocce nel mantello terrestre.

Una laccolite si sviluppa quando il magma fuso, anziché fuoriuscire attraverso una eruzione vulcanica, si accumula in una camera magmatica sottostante la crosta terrestre. La pressione del magma fa sollevare la sovrastante roccia sedimentaria, formando una cupola o un rilievo cupoliforme noto come laccolite. Questa intrusione magmatica può estendersi su vaste aree, causando deformazioni significative nella crosta terrestre.

Ciò che rende le laccoliti interessanti è che, a differenza dei vulcani, non si manifestano attraverso eruzioni esplosive sulla superficie. Invece, il magma si spinge gradualmente verso l’alto, sollevando le rocce sovrastanti senza causare necessariamente fratture o fessurazioni visibili sulla superficie. La parte visibile di una laccolite spesso assume la forma di una cupola o di un rilievo arrotondato.

Laccoliti ben noti includono il laccolite di Henry Mountains nello Utah e il laccolite di Shiprock nel Nuovo Messico, entrambi negli Stati Uniti. Studiare le laccoliti fornisce preziose informazioni sulla dinamica dei processi magmatici e sulle interazioni tra il magma e la crosta terrestre.

Piergiovanni Salimbeni è un giornalista iscritto all'ordine professionale dei giornalisti della Lombardia. Appassionato di Geologia lunare e osservazione lunare sin dagli anni Novanta è stato Coordinatore del Geological Lunar Researches Group e Responsabile della Allerta TLP ( Transient Lunar Phenomena) per la BAA. Attualmente è direttore de "La Rivista della Luna" e tester di ottiche astronomiche e naturalistiche sugli altri siti di sua proprietà www.binomania.it e www.termicienotturni.it.

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