Osservare per la prima volta la Luna

Premessa

L’osservazione della superficie lunare offre un’affascinante prospettiva astronomica, soprattutto dopo aver pianificato con cura le sessioni osservative. Inizialmente, l’osservatore sarà colpito dai dettagli prominenti della superficie lunare, tra cui i crateri, distinti in varie forme come anfiteatri, circhi e craterini. Gli anfiteatri, con diametri generalmente compresi tra 60 e 300 chilometri, presentano cinte elevate e degradate, con interni che rivelano ulteriori crateri, colline e solchi.

FIG.1 – Per iniziare a osservare la Luna basta un piccolo telescopio e due amici a fare compagnia

Crateri

Tra le caratteristiche più riconoscibili della superficie lunare ci sono i crateri, formazioni causate da impatti meteorici. Questi crateri sono distinti in varie forme, come anfiteatri, circhi e craterini, ognuno con le proprie peculiarità. Gli anfiteatri, con diametri tra i 60 e i 300 chilometri, spesso mostrano interni ricchi di dettagli, con ulteriori crateri e formazioni collinari.
La varietà morfologica tra i crateri è notevolmente evidente: alcuni mostrano fondi lisci e pianeggianti, come ad esempio Plato (nel Mare Imbrium), Archimedes (nella regione est del Mare Imbrium) e Ptolemaeus (osservabili rispettivamente all’ottavo e settimo-ottavo giorno di lunazione). Altri, come Albategnius (settimo giorno), Tycho (ottavo-nono giorno) e Arzachel (ottavo giorno), presentano imponenti picchi montuosi centrali.

FIG.2 – Cratere Arzachel e terreno circostante. – Nasa Image

Tra i grandi crateri privi di picchi centrali, è comune notare crateri minori come Clavius (nono giorno), Vendelinus (est del Mare Foecunditatis, osservabile al secondo-terzo giorno) ed Hercules (quarto-quinto giorno, regioni nord-est). La presenza di rilievi collinari è evidente in luoghi come Clavius (nono giorno), Maginus e Purbach (ottavo giorno). Ulteriori elementi intriganti sono offerti dai crateri con solchi interni, noti come rimae, tra cui Gassendi (undicesimo giorno), Janssen (quinto giorno) e Petavius (secondo-terzo giorno).

Alcuni crateri, come Fracastorius (nono giorno) a sud del Mare Nectaris e Letronne (decimo-undicesimo giorno) a sud dell’Oceanus Procellarum, presentano pareti demolite dall’intrusione delle lave. Altri, come Statius nel Sinus Aestuum (ottavo-nono giorno), Kies nel Mare Nubium (nono giorno) e la coppia Lick e Yerkes nella regione ovest del Mare Crisium (dal terzo giorno), appaiono parzialmente seppelliti.

FIG.3- Dettaglio del cratere Fracastorius (particolare del mosaico lunare globale LRO – WAC

Infine, si possono osservare affascinanti sistemi di due o più crateri, come il sistema Snellius-Stevinus a sud-est del Mare Foecunditatis (terzo giorno) e il cratere doppio di Sirsalis-Sirsalis A (dodicesimo giorno), celebre per la presenza della lunga rima Sir Salis. Per apprezzare appieno i paesaggi lunari e ottenere informazioni dettagliate sui processi geologici, è essenziale affidarsi a un telescopio di qualità e beneficiare di una notte serena.

Montagne e Valli

Oltre ai crateri, la Luna ospita una serie di montagne e valli. Le montagne lunari sono il risultato di processi tettonici e, sebbene in generale più piccole rispetto a quelle terrestri, presentano comunque un fascino unico. Le rime  (rilles), sono invece lunghe e sinuose, il risultato spesso di attività vulcanica e collasso di tubi lavici.

FIG.3 – La famosa Rima Birt nei pressi della Rupes Recta – Lunar Reconnaissance Orbiter Camera (LROC)

I Mari

Le pianure vulcaniche, o mari, rappresentano le regioni più scure e lisce della superficie lunare. Queste sono state formate da antiche eruzioni vulcaniche che hanno riversato lava fusa nei bacini creati dagli impatti precedenti. Ogni pianura ha la propria storia, tra cui Mare Imbrium, Mare Serenitatis e Mare Tranquillitatis, quest’ultimo noto per essere stato il sito del primo sbarco umano sulla Luna.

FIG.4 – Mare Imbrium – Lunar Reconnaissance Orbiter Camera (LROC)

Conclusione

Esplorare il paesaggio lunare è un’esperienza che offre non solo una finestra sull’universo, ma anche un’opportunità per comprendere meglio la storia e l’evoluzione dei corpi celesti. La Luna, con la sua varietà di formazioni e strutture, continua a stimolare la nostra curiosità e ad ispirare la ricerca scientifica. Che tu sia un osservatore amatoriale o un professionista, c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire sulla superficie del nostro affascinante satellite naturale.

Piergiovanni Salimbeni è un giornalista iscritto all'ordine professionale dei giornalisti della Lombardia. Appassionato di Geologia lunare e osservazione lunare sin dagli anni Novanta è stato Coordinatore del Geological Lunar Researches Group e Responsabile della Allerta TLP ( Transient Lunar Phenomena) per la BAA. Attualmente è direttore de "La Rivista della Luna" e tester di ottiche astronomiche e naturalistiche sugli altri siti di sua proprietà www.binomania.it e www.termicienotturni.it.

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